
Giorgio Vasari in terra aretina
Giorgio Vasari primo storico dell’arte.
Raccontare un artista così produttivo nel risicato spazio di un articolo sarà impresa ardua. Spero tuttavia di riuscire almeno ad incuriosire l’appassionato che volesse visitare questa splendida città nei luoghi legati al nostro illustre concittadino.
E’ risaputo che Giorgio Vasari sia stato il precursore della storia dell’arte grazie alle sue “Vite”. Meno noto è che sia nato ad Arezzo, forse per la sua immensa fama legata soprattutto a Firenze.
Nacque il 30 luglio 1511 in una casa in centro storico (oggi non aperta al pubblico e comunque non particolarmente interessante dal punto di vista artistico) e si forma con l’artista francese Marcillat, presente ad Arezzo negli anni della giovinezza di Vasari. Marcillat era davvero un artista del rinascimento. Si era formato a Roma dove aveva apprezzato l’arte di Raffaello e di Michelangelo, eredità che si riscontra nelle splendide vetrate da lui realizzate nel Duomo aretino (davvero da vedere, uniche e bellissime!).
Giorgio Vasari ne rimane segnato e porterà in tutta la sua produzione echi di quella fortunata formazione. Seguì poi l’apprendistato nella bottega di Andrea del Sarto. A Michelangelo sarà legato da lunga amicizia, testimoniata dal carteggio conservato nell’archivio vasariano presso il museo di Casa Vasari di Arezzo.
Di famiglia povera, Vasari cercherà sempre un riscatto sociale con il suo lavoro. Questa voglia di rivalsa troverà l’epilogo nel 1554 nel protettorato di Cosimo I de’ Medici, poi Granduca di Toscana, che gli commissionerà, tra le varie opere, gli Uffizi e il Corridoio Vasariano e il restyling di Palazzo Vecchio soprattutto nel Salone dei Cinquecento.
Vasari è stato un artista a tutto tondo: storico dell’arte, architetto, pittore, protagonista assoluto del Cinquecento e della seconda maniera. Per lui il disegno è alla base di tutto (in piena tradizione toscana) e fonderà, per questo, l’Accademia del Disegno a Firenze, nel 1563.
Opere di Giorgio Vasari ad Arezzo
Ma veniamo ad Arezzo. Giorgio lascia numerose opere in città, alla quale era legato da profondo amore. Molti gli stendardi processionali realizzati per le compagnie cittadine, tra cui quelle della Misericordia e di San Giovanni, visibili al Museo Diocesano MUDAS, di fronte al Duomo. Bellissimo quello del Battesimo di Cristo (qui a lato), ma anche quello della Madonna della Misericordia, splendido tondo dai colori sgargianti, in pieno stile di maniera.
Altri stendardi in città, quelli per la Compagnia di San Rocco e per la Compagnia della Santissima Trinità, sono conservati al Museo d’Arte Medievale e Moderna, dove si trovano, tra l’altro, altre opere importanti dell’artista come l’Allegoria dell’Immacolata ma soprattutto il bellissimo Convivio di Ester ed Assuero, imponente tavola proveniente dalla Badia delle Sante Flora e Lucilla, chiesa che ospita opere importanti di Vasari.
Nella Badia delle Sante Flora e Lucilla si può infatti ammirare il bellissimo altare che Giorgio Vasari aveva realizzato per la Pieve cittadina. Questa, a fine Ottocento, doveva essere riportata al suo aspetto Medievale e l’altare fu salvato dalla distruzione da Gamurrini, al tempo Primo Rettore della Fraternita dei Laici alla quale Vasari aveva lasciato in eredità le sue opere.
L’altare, lo si nota subito entrando, è sproporzionato rispetto all’ambiente in cui si trova ma fu qui trasportato anche per rendere omaggio al lavoro di restauro di questa chiesa operato dal Vasari stesso nella seconda metà del
Cinquecento.
Nella chiesa si trova anche la tavola dell’Incoronazione della Vergine, sempre di Vasari.
Ma se volete vedere l’artista all’opera dovete entrare…a casa sua! Casa Vasari infatti è (quasi) completamente affrescata dall’artista in persona, quando, tra un impegno a l’altro, riusciva a tornare nella sua amata terra natale, tra i suoi orti e soprattutto dalla sua Cosina (Niccolosa Bacci). La vogliamo immaginare sospirante e pensierosa, nelle lunghe attese che ebbe a sopportare…
Importanti le opere architettoniche, oltre alla sopracitata Badia. Le Logge Vasari, che varranno realizzate solo dopo la morte del nostro, sono tuttavia progettate dall’artista tra il 1571-1572. Ce lo ricorda un modellino presente a Casa Vasari. La costruzione di questo imponente porticato nella parte nord di Piazza Grande non giova alla fama in città dell’artista, dal momento che questo edificio fu commissionato anche per nascondere alla vista degli aretini i resti del loro distrutto Palazzo del Capitano del Popolo.
Cosimo I operò numerosi scempi in città, come la distruzione del Duomo Vecchio, la costruzione della Fortezza Medicea e la distruzione della cittadella medievale nella parte alta di Arezzo. Senza contare la “vendita”, si può dire, della Chimera a Firenze, rinvenuta durante i lavori di costruzione della cinta muraria.
L’amicizia di Giorgio Vasari con Cosimo I, pertanto, non fu vista di buon occhio dagli aretini. Ancora oggi, infatti, non si sa dove sia esattamente seppellito l’artista. Sappiamo in Pieve, ma non si sa esattamente dove!
Opere di Giorgio Vasari a Camaldoli
Molte opere di Vasari ci giungono da Camaldoli, dove l’artista si rifugiò nel 1537 dopo l’assassinio del Duca Alessandro e dove lavorò più volte nel corso della sua vita.
Nella chiesa dei Santi Donato e Ilariano, presso il Monastero, si possono ammirare una Deposizione e una Natività. Molto bella è il Cristo nell’Orto, tra le ultime opere di Vasari (1571).
Vale davvero la pena una visita al Monastero e all’Eremo di Camaldoli. Arte e natura si fondono nel silenzio delle Foreste Casentinesi che regalano al visitatore momenti di pace e raccoglimento.
Opere di Giorgio Vasari in Valdichiana
Tra le tante commissioni ricevute, Giorgio Vasari ebbe a lavorare anche in Valdichiana sia in qualità di pittore che di architetto. Celebre il Tempio alla Vittoria presso Pozzo della Chiana, eretto a ricordo della vittoria di Scannagallo su Siena (1555). Bellissima Santa Maria Nuova a Cortona.
Opere pittoriche importanti sono la Madonna con il Bambino a Castiglion Fiorentino ma soprattutto l’Assunzione della Vergine di Monte San Savino, recentemente restaurata.
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